
Ott 29, 2013
Studiare il sistema endocannabinoide è importante come lo è studiare il funzionamento del cervello. Il sistema endocannabinoide è un sistema di trasmissione celebrale. La maggior parte degli italiani non conosce cosa sia e quindi non conosce nemmeno la ragione per la quale il suo studio sia molto importante. Dall’altro lato, la maggioranza degli italiani conosce cosa sia la marijuana e quali siano i suoi effetti psicologici: l’allegria, la creatività, la socialità e la diminuzione dell’ansia. Noi ricercatori vogliamo capire gli effetti positivi e negativi della canapa e capire come mai questo farmaco funzioni. Studiare il sistema endocannabinoide è una maniera per comprendere meglio il funzionamento del nostro cervello. La canapa agisce perché imita un sistema di neurotrasmissione che il cervello, animale e umano, ha sviluppato nel corso dell’evoluzione. Il sistema endocannabinoide svolge funzioni importantissime a livello di controllo dell’umore, del dolore e dell’appetito. La canapa utilizzata in contesto terapeutico aumenta l’appetito, migliora l’umore e diminuisce il dolore. Noi ricercatori studiamo affinché in un futuro sia possibile avere gli effetti positivi della canapa, come quello analgesico e antidepressivo senza avere gli effetti negativi, come la produzione di dipendenza, allo stesso modo di nicotina ed alcol. La pericolosità relativa di questa sostanza è comunque molto bassa e le conseguenze della sua dipendenza, come l’irritabilità e la perdita del sonno sono certamente più blande rispetto ai farmaci oppiacei. Come gruppo di ricerca lavoriamo sui meccanismi di produzione e distruzione delle sostanze endocannabinoidi. Il nostro scopo è di sviluppare molecole che lo influenzino. Ultimamente abbiamo messo a punto una famiglia di molecole che blocca l’enzima FAAH (Fatty Acid Amide Hydrolase), il responsabile della distruzione dell’Anandamide [NDR. Arachidonoiletanolammide (AEA), neurotrasmettitore che mima gli effetti dei composti psicoattivi presenti nella cannabis]. Inaspettatamente abbiamo scoperto che bloccando la degradazione dell’Anandamide si riduce fortemente la dipendenza da nicotina nei ratti e nelle scimmie. In Italia però, manca la sperimentazione sull’uomo perché, essendo molto costosa, serve il sostegno e l’investimento dell’industria farmaceutica che sponsorizzi queste ricerche permettendo di applicarle a livello umano. Nel contesto internazionale il contributo italiano è molto importante a livello qualitativo, a cominciare dal lavoro di Di Marzo, e si situa allo stesso livello degli altri paesi europei e extraeuropei....
Commenti recenti