Pierugo Bertolino la battaglia per il diritto alla cannabis terapeutica
Foto credits by Maria Novella De Luca tratte dal libro “I volti della canapa”
Pierugo Bertolino è stato un genovese che credeva nella giustizia e nella libertà. Presidente del Comitato Piazza Carlo Giuliani, Pierugo è stato anche un paziente che da precursore ha lottato per il diritto alla cannabis per motivi terapeutici. Questa è la sua storia
Mi chiamo Pierugo Bertolino, ho 49 anni e sono sieropositivo dal 1984.
Quando l’HIV era un nuovo nemico
Ai tempi non si conosceva questo virus, ma i suoi effetti erano devastanti. Si era evidenziato che le persone più colpite dalla pandemia dell’AIDS erano principalmente persone che utilizzavano sostanze per via endovenosa oppure persone omosessuali, ma col tempo ci si accorse che tutti indistintamente ne potevano essere colpiti.
La trasmissione avveniva tra sangue e sangue e tra sangue e sperma o tra sangue e liquidi vaginali. Secondo i medici chi veniva contagiato poteva sperare di vivere al massimo 10 anni.
In seguito la ricerca si attivò e furono sperimentati vari farmaci per provare a fermare la malattia ed eliminarla. Personalmente ne ho cambiato di vari tipi, ma alcuni di essi, ed uno in particolare, d4T Zerit ® e Epivir® che ho usato per 10 anni, mi hanno causato una neuropatia periferica agli arti inferiori.
Questa patologia mi causa crampi notturni ed un dolore costante che parte dalle piante dei piedi e giunge fino alle ginocchia. A volte tende anche a farmi dolorare le cosce.
Alcune persone che hanno la neuropatia periferica non riescono a camminare e per lunghi periodi devono utilizzare presidi tipo carrozzelle o stampelle.
I trattamenti anti-retrovirali contro l’HIV
I farmaci che vengono utilizzati per alleviare i dolori della neuropatia possono variare dai semplici antidolorifici fino a farmaci con oppioidi.
I farmaci che mi hanno proposto per la neuropatia periferica inizialmente erano: corticosteroidi per via infiltrativa, Metilprednisolone e Lidocaina cloridrato (Depomedrol®+Lidocaina®), ma mi sono rifiutato di usarli in quanto ai tempi ingurgitavo quasi 20 pastiglie al giorno e soffrendo crisi di vomito e effetti collaterali degli anti-retrovirali :
- diarrea costante
- bruciori di stomaco
- calcoli renali
- depressione
non avrei sopportato nessun altro farmaco, tanto meno se iniettato. Li ho sperimentati in seguito, ma con pessimi risultati analgesici.
Altri farmaci che ho utilizzato con effetti collaterali devastanti, soprattutto a livello psichico, sono antidepressivi tipo: Amitriptilina (Laroxyl®), Venlafaxina (Efexor*), che sono anche quelli più prescritti sia per le neuropatie che per psicosi e neurosi.
Sono sempre stato contrario a questi psicofarmaci devastanti sia a livello psichico che fisico (fegato, cuore, stomaco, intestino, reni) e sinceramente non provavo alcun beneficio nell’alleviare i dolori e i fastidi della mia neuropatia ma, dormivo tanto e non riuscivo né a lavorare né a guidare, un incubo che è durato quasi un anno.
Un anno perso e disperso. Quando i dolori diventavano pesanti e i crampi, oltre che di notte, mi venivano durante il giorno, chiedevo la prescrizione di antidolorifici a contenuto di oppioidi (Co–Efferalgan®) e come si sa questi farmaci, sebbene funzionanti, causano dipendenza ed effetti collaterali pesanti.
Me li prescrivevano solo in momenti in cui il dolore diventava insopportabile.
Il diritto alla cannabis come terapia
Assumendo THC ho iniziato a notare che i crampi notturni non si verificavano e la sopportazione del dolore è certamente reale. Se resto qualche giorno senza assumere la cannabis ritornano i crampi e, durante la giornata, i dolori sono amplificati. Questo è semplicemente l’effetto che riscontro nell’assumere questa sostanza.
E’ chiaro che un medico non dirà mai di fumarla in quanto la combustione, il catrame, la nicotina sono la principale causa di mortalità nel mondo, ma dato che sono un fumatore, personalmente è certo che il THC contenuto nella cannabis mi permette di sopportare questa patologia, solo una delle tante con cui convivo quotidianamente.
Dal 2007, a seguito della delibera dell’onorevole Livia Turco, che sposta nella tabella 2 dei farmaci stupefacenti il THC, importo la cannabis legalmente dall’Olanda a seguito di ricetta medica, vidimata dal Ministero della Salute.
Purtroppo, non essendo prodotta in Italia [Ndr. questa intervista è stata registrata nel 2013 prima che i militari di Firenze cominciassero a produrre cannabis] l’importazione dall’estero è a carico del paziente e questo fa si che i costi per molti siano inaccessibili (1200 euro ogni 3 mesi).
In linea di massima il costo varia dai 8,50 ai 9,50 euro al grammo, molto di più che al mercato nero, ma, per il momento è l’unica possibilità per non imbattere in spiacevoli denunce.
Diritto alla cannabis terapeutica: i tempi burocratici per importare dall’Olanda
Anche il meccanismo di acquisto è particolarmente complesso e questo comporta tempi molto lunghi per entrare in possesso del farmaco. Attualmente il mio medico di base mi prescrive 90 grammi per la durata dei tre mesi, dopo aver in mano la ricetta mi reco alla farmacia territoriale della mia circoscrizione, consegno la ricetta alla responsabile che la spedisce via fax al Ministero della salute per ottenere il nulla osta per l’importazione.
Solitamente il nulla osta impiega dai 15 ai 20 giorni ad arrivare alla farmacia. Quando arriva vengo invitato telefonicamente a ritirarlo per spedirlo con raccomandata al Ministero della Salute olandese, che a sua volta dopo altri 15 giorni invia il contratto e il prezzo del bonifico che dovrò effettuare presso la mia banca.
Dopo aver effettuato il pagamento re invio il contratto con la ricevuta, trascorreranno altri 20 giorni e, finalmente vengo richiamato dalla farmacia per il ritiro di 90 grammi per la terapia di tre mesi.
Come si può constatare tutto il meccanismo, sebbene permetta di curarmi, resta molto complesso. Chi ha problemi a deambulare ovvero non ha i soldi per l’acquisto al momento non la può utilizzare.
Diritto alla cannabis terapeutica: la difficoltà nel trovare medici che la prescrivano
Un’altra complicazione che si presenta ai pazienti è il rifiuto da parte dei medici di prescrivere questo farmaco, certamente meno tossico di quelli in commercio solitamente proposti. I pregiudizi la fanno da padrona e ancora, nel nostro paese siamo a livelli di ignoranza molto gravi rispetto ai benefici che la cannabis porta.
Il diritto alla scelta della cura è citato nella Costituzione, ma come quotidianamente vediamo questa è solo carta straccia.
Pierugo ci ha lasciato nel novembre del 2016. Di seguito il suo sentito intervento in Piazza Alimonda nel decennale della morte di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova nel luglio del 2001.
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