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EpilessiaTestimonianze

Fabrizio Caiolo utilizza la cannabis come antiepilettico

cannabis come antiepilettico

Fabrizio utilizza la cannabis come antiepilettico e riesce ad evitare gli effetti collaterali delle terapia convenzionali. Ecco la sua storia.

Sono nato nel 1975 in provincia di Messina. All’età di 18 anni, nel 1993, ho avuto un incidente in motorino che mi ha procurato 3 giorni di coma, un trauma cranico e facciale, la perdita parziale della vista all’occhio destro, la frattura multipla della mandibola ed altre patologie.

All’ospedale di Careggi, subito dopo l’incidente, appena risvegliato dal coma, ho subito un intervento, da parte dell’equipe del Prof. Pansini (che dicevano essere uno dei migliori neurochirurghi d’Italia) per l’asportazione di schegge ossee che, se avessero toccato il cervello, avrebbero potuto causare dei grossi problemi.

L’intervento dissero che riuscì perfettamente e le schegge ossee in questione furono rimosse.

La prima crisi epilettica

Molti anni dopo, nel novembre 2007, mentre ero in macchina ed attraversavo il sottopassaggio di Ponte alla Vittoria, ho avuto la prima crisi epilettica. La prima che io ricordi, perché potrei averne avute altre, a mia insaputa, durante il sonno. Della mia prima crisi comunque non ricordo molto. Sono stato ritrovato in macchina, appoggiata sul muro del sottopasso ed io ricordo solo di essere uscito dal mio locale, di essere salito in macchina per andare a Firenze a recuperare un PC che avevo da un tecnico e di essermi risvegliato all’ospedale.

Prima delle dimissioni, avvenute dopo circa tre mesi di degenza, mi avvertirono del fatto che, una volta uscito dall’ospedale, avrei potuto avere dei problemi. Ancora epilessia appunto.

Ricordo che mentre ero ricoverato, oltre ai vari antidolorifici, come la Lidocaina, mi veniva somministrato il Tegretol, che ho dovuto assumere anche successivamente per molti mesi. La conseguenza di questi farmaci, che ho potuto notare solo una volta che ho smesso di prenderli, è senza dubbio una leggera forma di depressione, un calo d’umore.

Dopo l’episodio del Novembre 2007, mi prescrissero Carbamazepina 200mg ogni 24 ore, che ero costretto a prendere se volevo mantenere la patente di guida. Ogni sei mesi, poi, dovevo obbligatoriamente sottopormi a TAC ed esami del sangue per verificare che stessi effettivamente seguendo la cura, pena appunto il ritiro della patente.

La cannabis come antiepilettico

cannabis come antiepiletticoHo cominciato a usare la canapa  un po’ prima di avere l’incidente e non proprio a scopo terapeutico: ho scoperto i suoi benefici ed il suo utilizzo come antiepilettico solo successivamente, grazie ad Internet e siti specializzati, Pazienti Impazienti Cannabis su tutti.

Me la procuro quando posso e preferibilmente coltivata in casa. La procuro con tutti i rischi che questo comporta, perché anche in questo caso se mi beccassero rischierei il ritiro della patente e in più una denuncia.

Prima di andare a dormire la sera, mi faccio una canna con notevoli benefici, dal relax più totale, al benessere fisico, alla cura dell’epilessia in sostituzione del farmaco Carbamazepina: utilizzo la cannabis come antiepilettico.

Quando ho la possibilità di usare la canapa quindi, non prendo la medicina, perché la cannabis ha gli stessi effetti senza quelli collaterali del farmaco. La Carbamazepina provoca depressione, sbalzi di umore e stanchezza fisica e comunque, leggere gli effetti indesiderati sul foglietto illustrativo farebbe passare a chiunque la voglia di prenderlo.

Per quanto riguarda la Carbamarzepina, mi basta recarmi dal medico di famiglia, farmi fare la ricetta e presentarmi in farmacia con essa, per avere il farmaco in forma gratuita, poiché ho l’esenzione dal pagamento, sia per il farmaco che per le T.A.C. e gli esami del sangue.

Per quanto riguarda la cannabis, invece, soldi alla mano e piazze affollate, alla ricerca di spacciatori, con tutti i rischi che ne conseguono.

Ottenere la cannabis come antiepilettico legalmente?

Per quanto riguarda la mia richiesta di cura alternativa con canapa medica, attraverso il canale istituzionale, come immaginavo, il mio medico è caduto dalle nuvole, dice di non sapere niente sul fatto che ci siano tali possibilità e non ha voluto nemmeno leggere i documenti che gli ho passato, poiché secondo lei, se esiste la possibilità di una cura alternativa con la canapa, deve essere un neurologo ad autorizzarla, tant’è che mi ha prescritto una visita neurologica che dovrò richiedere tramite A.S.L.

Dal 2007 ad oggi ho avuto 2 crisi, ma a breve tornerò a parlare con il medico perché il farmaco che mi ha prescritto non è ottimale visto che negli ultimi anni ho sofferto di vari episodi di assenza, cioè leggere crisi epilettiche che ti lasciano bloccato, perso, per una decina di minuti, delle quali non hai memoria e dalle quali ci si riprende velocemente, ma che comunque sono molti invalidanti, nel mio caso rischio di perdere il lavoro o di farmi del male lavorando.

Così, forte anche del fatto che in Toscana lo Stato ha cominciato a produrre cannabis, e che è stata varata una Legge regionale per questa terapia, a breve tornerò dal medico a spiegare quel che mi è successo e tornerò a farle presente questa possibilità terapeutica alternativa.

 

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1 commento

  • Gimmi

    02/10/2016 00:49

    Non so di preciso che dirti. Però ci dobbiamo fidare di qualcuno. In questo caso dei medici, anche cambiando medico o cercando le opinioni di diversi medici.. internet è uno strumento meraviglioso ma bisogna stare attenti perché le fonti spesso non sono chiare.