Alessandro Raudino: coltivare cannabis terapeutica per curare la sclerosi
Alessandro è un ragazzo siciliano che ha scelto di coltivare cannabis terapeutica per convivere con la sclerosi multipla.
Mi chiamo Alessandro Raudino, ho 37 anni.
Da 14 anni sono affetto da Sclerosi multipla RR.
Nei primi periodi della malattia non mi è stata data nessuna cura tradizionale, ma dopo una brutta ricaduta mi hanno iniziato a prescrivere il Copaxone, un piccolo chemio-terapico, che dopo ben 800 punture mi ha portato a gravi controindicazioni come pertosse, tumore al colon (operato di urgenza), herpes Simplex diffusa, piastropatia, depressione e fegato ingrossato.
Dopo aver fatto presente alla mia dottoressa, del centro di sclerosi del San Raffaele di Cefalù, delle svariate controindicazioni, lei non fece altro che cambiarmi il tipo di farmaco, proponendomi l’Interferone beta.
Io però, visto che la precedente terapia, spacciatami per blanda, mi aveva causato diverse controindicazioni più o meno gravi, lo rifiutai. Al momento in cui le feci presente della possibilità di utilizzare la cannabis come alternativa, lei mi congedò dicendomi che siccome non ero affetto da gravi spasticità evidenti e che non ero seduto in sedia a rotelle non poteva prescrivermela.
A quel punto ho deciso di prendere in mano la mia vita, d’intraprendere questa cura alternativa, ed ho iniziato a coltivare cannabis terapeutica.
Coltivare cannabis terapeutica: l’autoproduzione
È da circa 6 anni che faccio uso di cannabis terapeutica e la mia vita è cambiata decisamente in meglio.
Non ho più le placche infiammate all’encefalo, non ho più spasmi notturni, non ho più crampi e non ho più la depressione.
Purtroppo il reperimento della cannabis non è tanto semplice.
Fino a poco tempo fa non potevo permettermi di comprarla in farmacia visto che il prezzo arrivava sino ai 35 40 euro al grammo. Successivamente i prezzi si sono abbassati e, quando posso, l’acquisto presso la farmacia San Carlo di Ferrara a 16 euro al grammo.
Purtroppo, quando ciò non mi è possibile, la reperisco al mercato nero. Ultimamente per queste problematiche però, ho dovuto prendere una decisione drastica ed ho deciso di coltivare cannabis, la mia cura, perché non voglio più finanziare le mafie. Anche perché in questo modo so benissimo che tipo di cannabis sto assumendo, diminuendo così i maggior rischi per la mia salute. Infatti ho avuto la prescrizione da parte del neurologo, ma il SSR non mi passa gratuitamente il Bedrocan.
Adesso curo l’alimentazione, faccio uso di cannabis e cerco di condurre una vita serena. L’ultima parte è molto difficile, ma cerco di non mollare.
Cannabis cura Sicilia
Nel 2013 ho aperto l’Associazione Cannabis Cura Sicilia attraverso la quale sensibilizzo l’opinione pubblica sul mio percorso di disobbedienza civile e la scelta quindi di coltivare cannabis terapeutica.
In particolare da parte nostra vorremmo ragionare per un progetto pilota di disobbedienza civile che ci porti a coltivare cannabis per gli aderenti al cannabis social club. Ed in quest’ottica regaliamo semi di cannabis femminilizzati ai nostri tesserati per incentivarli alla produzione della propria medicina.
Sappiamo che anche questo è un comportamento illecito, ma siamo convinti di essere dalla parte del giusto anche perché dall’altro lato ci sono le mafie. Dall’altro lato significa andare a cercare uno spacciatore che abbia cannabis di qualità, stare attenti che non ti rifilino un pacco, stare attenti alle forze dell’ordine: uno stresso continuo insomma.
Al momento ci stiamo interessando a dei campi per coltivare cannabis industriale nell’ottica poi di coltivare quella veramente medicinale e poter distribuire le genetiche più adatte ai malati.
Questa scelta nasce naturalmente per far fronte all’emergenza sanitaria che si vive nella mia regione.
La malattia non sta ferma e non aspetta i tempi della politica, al contrario, va avanti inesorabilmente e proprio per questo che, nonostante il rischio, ho cominciato a coltivare cannabis per me stesso, anche perché, nonostante la prescrizione, qui in Sicilia è da fine settembre 2018 che non arriva il farmaco.
Io vivo un stress quotidiano, perché quando sono senza farmaco divento un’altra persona. Non riesco più a vivere, mi cominciano i crampi alle gambe e l’irrigidimento dei muscoli, mi chiudo in me stesso, cambio umore in negativo perché mi preparo alla sofferenza della malattia . Come mi metto a letto la notte mi partono gli spasmi alle gambe e scalcio la mia compagna, insomma è una sofferenza per tutte le persone che mi vogliono bene e non solo per me.
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