Dottor Lorenzo Calvi: modello cannabis terapeutica italiano? L’unica che si salva è la cannabis
Il Dottor Lorenzo Calvi si occupa da anni di applicazioni mediche della cannabis e commenta gli esiti del progetto di produzione nazionale alla luce del mancato raggiungimento del fabbisogno italiano di cannabis terapeutica.
Dottor Calvi, sono passati 6 anni da quando in Italia è stata istituita la produzione di cannabis terapeutica col fine di rifornire i pazienti del nostro paese. Che opinione si è fatto?
L’esperimento era quello di produrre cannabis terapeutica con l’intento di rifornire i pazienti e la mia opinione è fallimentare. Abbiamo prodotto pochissimo con un costo totale elevato [Ndr. dal 2017 al 2020, compreso, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze ha ricevuto 5.200.000 euro e prodotto 329.095 Kg (per un costo di 15.800 euro al kg)]. Basta questa riflessione per comprendere come il progetto dei militari sia fallito e per suggerire come sia stata un’operazione pensata ad hoc per non arrivare a buon fine.
Cosa intende?
Stiamo attraversando un’emergenza sanitaria tipo quella di una guerra ed i militari, in primis, avrebbero dovuto fare il gel, le mascherine e mettersi a lavorare su un vaccino italiano. Questo sarebbe dovuto essere il loro compito, quello per il quale originariamente erano stati pensati e cioè fornire farmaci fondamentali durante una guerra. Siamo in una guerra quindi nessuno si chiede il come mai i militari continuino a non produrre cannabis o a far finta di produrre cannabis, mentre dovrebbero fare totalmente altre cose. Quindi il progetto non solo è fallito ma ha distolto i militari dalla loro funzione originale. La varietà di cannabis Fm2 [percentuale di THC compresa tra il 5 e l’8% e percentuale CBD compresa tra il 7,5 e 12%] dall’anno scorso non viene consegnata, mentre credo che la varietà di cannabis Fm1 [THC 13,5% : CBD ˂1] sia comparsa nel mercato per qualche mese e poi, credo, non sia stata nemmeno più coltivata. E’ sparita, non so se sia stato un problema di talee o di quale problematica, però non è stata più minimamente presa in considerazione.
Perché questo progetto tanto importante ha raggiunto questi risultati?
Perché non c’era la competenza, non c’erano le risorse necessarie e tutto è stato nebuloso e si è perso nel mare politico burocratico dei Ministeri incaricati. Gente che non aveva idee, gente che, probabilmente, ci ha guadagnato forte, perché bisognerebbe anche chiedersi dove siano andati spesi tutti quei soldi dato che il prodotto non esiste. Dove’ è andato sprecato il denaro investito [Ndr. Il Decreto Lorenzin prevedeva un costo di produzione stimato di euro 5,93 al grammo IVA esclusa e secondo i dati del Ministero della Salute il costo dal 2017 al 2020, compreso, è stato di circa 15,8 euro al grammo]? E’ lì che la Corte dei Conti dovrebbe indagare. Tutto questo fa sempre parte di quello che oggi si sta vedendo palesemente e cioè la guerra al CBD portata avanti dal Ministero della Salute.
Può essere più chiaro?
Per preparare la strada al farmaco Epidiolex, che sarebbe dovuto entrare in commercio lo scorso anno, il Ministero della Sanità ha cercato di rendere narcotico il CBD ed inserirlo nelle tabelle degli stupefacenti. Perseguendo le antiche classificazioni, che vogliono che qualsiasi molecola proveniente dalla cannabis sia giustificabile come narcotico, il Ministero ha voluto compiere questo passo per far in maniera che il CBD, quando non inquadrato come farmaco e quindi come Epidiolex, venisse tolto dal mercato. Peccato che qualche giorno dopo, quest’operazione sia stata completamente invalidata dall’Onu che ha affermato non solo che il CBD non fosse una sostanza pericolosa, ma innocua e non narcotica, ma che bisognerebbe togliere dalle tabella anche il THC. Al Ministero si devono essere sentiti tremare la terra sotto i piedi, perché voleva dire che quanto avevano preannunciato era esattamente il contrario di quanto condiviso dall’Onu. Così il Ministro Speranza ha dovuto sospendere il decreto, sospeso, ripeto non ancora annullato.
Che conseguenze hanno tali eccessive prudenze per i pazienti italiani?
Lo sforzo, ed è paradossale, è che venendo vana la possibilità di rendere narcotico il CBD, la guerra è diventata silenziosa e lo sforzo è andato a colpire il CBD farmaceutico. Per cui lo Stato, in questo momento, non solo non sta producendo più la varietà di cannabis Fm2, ma sta anche ostacolando deliberatamente l’importazione delle altre varietà. Per questo motivo, nel tentativo dell’oligopolio di essere l’unico attore farmaceutico per la cannabis, cosa non possibile perché i permessi ai distributori erano già in essere quando è nato il progetto dei militari ed essendo le varietà olandesi in concorrenza con quelle italiane, si è deciso di ostacolarle burocraticamente (manca un timbro, manca un foglio, previsioni sbagliate).
Questo procedere ha portato al fatto che nel 2021 il Bediol sia mancato frequentemente, il Bedrolite sia praticamente esaurito ed il Bedica un lontano ricordo. Questo perché dovrebbe essere tenuto alto il valore della cannabis FM2 che però intanto non viene distribuita. Risultato i pazienti non hanno il CBD farmaceutico.
Che opinione si è fatto rispetto a questo modus operandi del Ministero?
L’intenzione è quella di rendere talmente inaccessibile questa medicina da far perdere la voglia di usarla. Continuando a non dare nessuna licenza di produzione, con un monopolio la cui produzione non funziona, con i farmaci d’importazione che mancano ormai da mesi, è diventato un tentativo deliberato per boicottare il sistema.
Cosa significa per un medico che prescrive cannabis terapeutica, lavorare in questo contesto?
Significa fare i salti mortali e arrampicarsi sugli specchi. Il mio lavoro non solo è peggiorato, ma è quadruplicato rispetto al lavoro dedicato ad ogni paziente e ad ogni ricetta personalizzata. Una volta avevo x ingredienti e dovevo mescolarli per personalizzare la ricetta. Oggi come faccio se degli ingredienti che prima avevo a disposizione ne è rimasto solo uno o due al massimo? Per formulare il farmaco devo fare i salti mortali, eseguendo calcoli farmacologi di equivalenza clinica fra THC e CBD, quello che c’è dentro il fitocomplesso, e riprodurlo con gli ingredienti che mi mancano per ogni paziente e per le sue dosi. Per lavorare in questo modo bisogna conoscere la cannabis dalla A alla Z sennò puoi anche fare dei pasticci. E il paziente che si trovava bene, adesso vede la sua continuità terapeutica completamente interrotta.
Può farci qualche esempio di pazienti che hanno visto peggiorare concretamente la propria situazione a causa di questa mancanza di cannabis?
Pazienti che soffrono di sclerosi multipla, dolore, tumori, glaucoma, patologie infiammatorie, patologie autoimmuni, Parkinson, Alzheimer, epilessia infantile. Tutti i pazienti che traevano giovamento dal CBD e che adesso, vedendone ostacolato l’accesso in farmacia, hanno subito dei peggioramenti. Perché chi aveva un beneficio ad avere un fitocomplesso arricchito con CBD e THC a un certo punto si è trovato senza. Il Bedrolite non c’è più, il Bediol, non c’è più, il Bedica nemmeno. Hanno tolto la varietà Indica ed il CBD senza alcun motivo apparente. E’ una sottile guerra contro i pazienti. Ci sono le mamme dei bambini che piangono perché non c’è più il CBD, i pazienti che vedono ritornare le loro infiammazioni. E il CBD è una molecola che potrebbe aiutare a sconfiggere il Covid o comunque essere parte di una strategia che potrebbe aiutarci a superarlo. Invece, in una specie di delirio completo, si pensa solo al vaccino mentre i pazienti che si curano con la cannabis sono stati lasciati indietro.
In questo periodo di pandemia la decisione della comunità internazionale è stata quella di bypassare alcuni passaggi nella validazione dei vaccini anti-Covid per ottenere al più presto una risorsa terapeutica necessaria. Se per un vaccino si è fatta di necessità virtù e si è scelto di uscire dalla rigida procedura di validazione farmacologica, per un medicamento vegetale, sostanzialmente innocuo come la cannabis, si afferma spesso e indebitamente, che manchino gli studi. Cosa ne pensa?
E’ evidente che ci siano due pesi e due misure. Per il vaccino si sono saltati tutti i passaggi e, di fatto, stiamo facendo adesso la sperimentazione clinica. Quando si voleva fare rientrare il CBD come narcotico si ha avuto ancora il coraggio di affermare che non si avessero ancora sufficienti studi che ne dimostrassero l’innocuità e questo a fronte di 36.000 articoli fatti sulla cannabis terapeutica solo nel 2020. Sembra ci siano due scienze differenti, una del pregiudizio e una della convenienza. Nessuna delle due è la vera scienza che è nuda e cruda e scevra da tutti gli interessi, perché decide sui dati, decide sui numeri e questi sono inequivocabili. Nel nostro caso invece si decide sulle interpretazioni.
Al netto delle sue pesanti critiche al modello cannabis terapeutica italiano, se dovesse salvarne qualcosa, cosa salverebbe?
L’unica cosa che si salva è la cannabis stessa. Perché nonostante sia stata boicottata così profondamente dal nostro Ministero che al posto di farne una vera risorsa terapeutica a buon costo, ha preferito seguire il pregiudizio della droga, rimane una sostanza innocua che poteva risultare vincente da tutti i punti di vista, sul beneficio, sulla terapia, sugli effetti collaterali. Abbiamo perso una grande opportunità perché sei anni sono tantissimi e tutto il mondo sta andando avanti e ancor più grave non siamo nemmeno riusciti a soddisfare il fabbisogno nazionale e siamo ancora costretti ad importare.
2 commenti
Massimiliano Rocco
08/01/2023 15:2315:38 Hai inviato Salve ho mia madre che ha 90 anni e al di là di altre Patologie..come Diabete...Insufficienza Renale, Enfisema Polmonare, Diverticolite e Tachicardia.. Ha pure la Neuropatia Diabetica che la fa soffrire tantissimo con dolori alle gambe e ginocchia la maggior parte.. Fino a qualche mese fa, faceva la terapia fissa di Depalgos da 5 mg 3 volte al giorno.. Poi ha dovuto sospendere le compresse di Depalgos perché l'insufficienza renale complica le cose..Ma comunque le compresse di Depalgos a parte finire di rovinarle i reni e farla Dissociare, non facevano nessun effetto più per i dolori...Adesso il neurochirurgo le ha prescritto la Liryca da 25mg la mattina e la Liryca da 75 mg la sera.. Mentre al bisogno Tachipirina da 1000 oppure 5 gocce di Contramal.. Da ottobre 2021 che ebbe l'influenza forte non ha più camminato da sola...ha bisogno del deambulatore ed io da dietro la mantengo...ho visto alcuni video della signora che spiega la malattia del marito che non camminava e tantomeno poteva mangiare da solo..adesso Grazie alle gocce di cannabis sta all'inpiedi da solo e può vivere autonomamente..non pretendo questo per mia madre 90enne..ma almeno che gli passino i dolori perché è una scena straziante tutto il giorno.. Massimiliano Rocco Città Serino Provincia di Avellino Cordiali Saluti Grazie
Crystalweed
19/09/2022 08:32Servirebbe un cambiamento. Servirebbe la legalizzazione.