Nino Lombardo: gli effetti della cannabis durante la chemioterapia
Grazie al consumo di cannabis durante la chemioterapia Nino è riuscito a seguire con successo questo pesante trattamento oncologico.
Mi chiamo Antonino Lombardo, detto Nino. Ho 46 anni, abito in Sicilia e lavoro come operaio presso un supermercato.
La diagnosi del tumore e la chemioterapia
A settembre del 2011 mi hanno diagnosticato un coriocarcinoma atipico e seminoma atipico allo scroto sinistro. Ho subito un’operazione immediata per rimuovere lo scroto sinistro dopo di che, in seguito agli esami di controllo, è uscito fuori che i linfonodi addominali bassi erano in metastasi e quindi mi sono sottoposto ad un secondo intervento finalizzato alla loro rimozione.
Dopo gli interventi, ho seguito 5 cicli di chemioterapia per la durata di quattro mesi.
Effettuavo la chemio per 5 giorni di seguito, poi sospendevo per 3 giorni e la settimana successiva facevo un richiamo. Dopo una settimana facevo un secondo richiamo, mi fermavo per una settimana e poi cominciavo con il secondo ciclo.
Gli effetti collaterali della chemioterapia sono stati: perdita dei capelli e della barba, nausea, dolori addominali, mancanza di appetito e sonno ed una generale mancanza di forze. Tali effetti sono cominciati subito dopo la prima seduta e fra questi, la sensazione del vomito e la stanchezza continua mi hanno accompagnato per lungo tempo rendendo il lavorare più faticoso di quello che in realtà avrebbe dovuto essere.
Cannabis durante la chemioterapia
Navigando su internet ho scoperto che avrei potuto mitigare gli effetti della chemioterapia utilizzando la cannabis.
Durante il secondo ciclo di chemioterapia ho iniziato ad assumere cannabis e subito la sensazione di vomito è scomparsa mentre, come per magia sono ricomparsi l’appetito ed il sonno. La qualità della mia salute è tornata ad un livello accettabile.
La dose di cui avevo bisogno era di 3-4 canne al giorno, dopo i pasti. Per recuperare la cannabis ero costretto a rivolgermi al circuito del mercato nero: a giorni alterni mi recavo dagli spacciatori e per 50 euro mi davano 2 grammi e mezzo. La qualità era buona, ma al mercato nero non c’erano mai certezze.
Un giorno, di ritorno da un acquisto più ingente per risparmiare ed avere un po’ di scorta, venni fermato dai carabinieri che mi trovarono con 500 grammi di cannabis. Mi portarono in caserma, ed essendo incensurato e riconoscendomi le attenuanti del mio utilizzo per motivi medici, mi fecero fare 1 mese di domiciliari e 2 mesi con obbligo di firma per 3 volte alla settimana.
In quel periodo stavo malissimo, avevo appena concluso l’ultimo ciclo di chemioterapia e gli effetti collaterali erano molto pesanti. Dopo i 2 mesi di firme, grazie all’avvocato sono riuscito a scalare ad una firma settimanale per altri 5 mesi.
In secondo grado la pena venne mi è stata ridotta da 8 a 6 mesi e venne sospesa in attesa della Cassazione che nel 2017 mi riconobbe le attenuanti generiche.
Alla ricerca di una prescrizione per cannabis terapeutica
Dopo questo fatto mi informai per ottenere una prescrizione medica, però tutti i dottori contattati, fra i quali l’oncologo che mi seguiva e il mio medico curante, mi risposero che facevo bene ad assumere la cannabis, ma che non avrebbero potuto prescrivermela in quanto illegale, oppure mi dissero di aver paura di essere processati per spaccio.
Anche se ne avevo bisogno quindi, perché la stanchezza e la mancanza di sonno continuavano ad accompagnarmi, smisi di assumere regolarmente cannabis per paura di dovere incorrere in ulteriori processi penali.
Nell’agosto 2015 insieme ad altri amici abbiamo fondato l’associazione Marijuana therapy liberty, Associazione No profit che intendeva promuovere l’uso terapeutico della cannabis.
Il nostro scopo era:
- fornire supporto informativo e morale a tutti i pazienti per i quali la cannabis potrebbe essere indicata
- partecipare alla battaglia politica per il libero accesso ai farmaci cannabinoidi
- promuovere possibilità di ricevere la cannabis semplicemente e in maniera gratuita
- promuovere l’accesso per mezzo della regolamentazione dell’auto produzione di cannabis.
Siamo arrivati ad avere quasi 200 soci/e e il 16 gennaio 2017 abbiamo inaugurato anche una sede fisica con l’intervento di medici, ricercatori scientifici, erboristi, naturopati e psicologi clinici.
Nel settembre 2016 ho fatto gli esami (tac con e senza mezzo di contrasto e la PET Tomoscintigrafia) e tutte le neoplasie erano sparite. Negli ultimi anni ho continuato a tenermi sotto controllo con esami del sangue per i marcatori tumorali eseguiti ogni 3-4 mesi e ultimamente i medici mi hanno detto di continuare con i controlli, ma con cadenza annuale. Tutto è sotto controllo.
Al momento in Sicilia la legge regionale garantisce per alcune patologie il farmaco distribuito gratuitamente, ma vista la storica mancanza di fondi credo che siano pochi o nessuno i pazienti che ne hanno beneficio veramente.
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