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Sclerosi multiplaTestimonianze

Andrea Trisciuoglio un campione della cannabis terapeutica.

 

cannabis terapeuticaAndrea Trisciuoglio è un ragazzo foggiano che soffre di sclerosi multipla. La sua battaglia per il riconoscimento del diritto alla cura con la cannabis terapeutica lo ha convertito in un simbolo per tanti pazienti italiani. Di seguito la sue parole di determinazione e speranza per un futuro più a misura di malati.

Diagnosi e cura. Gli effetti collaterali della terapia ufficiale

Mi chiamo Andrea Trisciuoglio e ho 41 anni. Da qualche anno ho la sclerosi multipla, malattia che mi ha creato alcune disabilità. Dopo aver utilizzato i farmaci tradizionali attualmente in commercio (chemioterapici, immunosoppressori, miorilassanti) purtroppo ho iniziato a soffrire troppi effetti collaterali.

Soprattutto le oltre 300 punture di Interferone, oltre a causarmi febbre alta, tantissimi tremori e problemi di incontinenza, mi fecero diventare ago fobico. Fu allora che iniziai a guardare oltre confine per capire come si curano i pazienti con sclerosi multipla e cominciai a vedere che all’estero si utilizza la canapa e con ottimi risultati, considerata anche la bassissima incidenza di effetti collaterali di questa sostanza. La scelta era presa, decisi di trattare la mia malattia con la canapa, ma come fare?

I primi approcci con la cannabis terapeutica

Conobbi alcune realtà di medici e pazienti che si occupano di canapa medicinale che mi spiegarono come procedere. In fondo, sulla carta, sembrava semplice: dovevo solo trovare un medico che mi prescrivesse il farmaco, convincere il comitato etico dell’ospedale, il primario del reparto, il direttore sanitario, l’ufficio patrimonio e la farmacia.

Alla fine di questo percorso il mio diritto alla salute era accompagnato da una fattura di 600 euro per 3 mesi di trattamento. Insieme all’Associazione Luca Coscioni cominciai ad informare i cittadini malati che tentano di orientarsi nel caotico mondo italiano della cannabis terapeutica: spieghiamo loro come sia possibile superare burocrazia e ignoranza e vedersi riconosciuto il diritto alla salute.

Tramite la burocrazia però, ricevere la canapa dall’estero era ed è comunque molto difficoltoso.

E, come ogni paziente italiano sa, oltre la burocrazia c’è la strada. E in Italia la canapa si trova in strada al mercato nero.

Così come la stragrande maggioranza di pazienti la provai e subito ne trovai i benefici. Certa gente però non la volevo neanche conoscere, figuriamoci dargli i miei soldi.

E così, a conti fatti ci sono due modi per ottenere il farmaco: o la coltivi in proprio o segui tutto l’allucinante iter istituzionale. Nel primo caso sei illegale. Io sono disabile e non lavoro, dove li trovo 600 euro per procedere legalmente? Un seme mi costa 2 euro e mi da la stessa quantità per 3 mesi. Essendomi sempre battuto per la legalità cominciai a convincere la varie strutture sanitarie della mia zona di quanto fosse più economico il Bedrocan, rispetto al farmaco che avrei dovuto utilizzare.

Il farmaco si chiamava Tysabri (Natalizumab),  un immunomodulante, in flebo una volta al mese e costava alle casse del Servizio Sanitario Regionale 3 mila euro al mese. Un barattolino di Bedrocan da 5 grammi costa 48 euro. Non si tratta di buonismo verso il malato che chiede qui è in gioco il buon senso. Fui convincente e così da 8 anni assumo regolarmente la cannabis che il mio ospedale in Puglia mi fornisce, mutuata dal Servizio Sanitario Regionale.

L'” Operazione Pollice verde” e la denuncia per spaccio

cannabis terapeuticaIl 29 giugno del 2010, a causa dell’ “Operazione Pollice verde”, che  coinvolgeva 2800 persone su tutto il territorio nazionale per aver acquistato semi di canapa online, una pattuglia di carabinieri perquisiva la mia abitazione. Cercavano droga, ma trovarono solo flaconi finiti di Bedrocan. Al tempo ero l’unico paziente in Puglia ad avere legalmente la canapa, ma se fossi stato uno dei tantissimi altri che non ne hanno diritto, o meglio ne avrebbero, ma non gli viene riconosciuto, la vicenda avrebbe preso tutt’altra piega. Almeno avevo una prescrizione medica e la Regione autorizzava la mia terapia.

I carabinieri sono venuti a casa mia dopo avermi iscritto nel registro degli indagati per l’art. 73 della defunta Legge Fini-Giovanardi. Quando mi informai su cosa fosse questo art. 73 compresi che ero indagato per spaccio!

Esisteva la presunzione di reato basato sul seguente ragionamento: compri semi, ergo coltivi, ergo spacci.

Il riscontro popolare, mediatico e perfino politico, creato da questa assurda vicenda, mi fece comprendere in maniera maggiore quanto fosse necessario fermare la follia del proibizionismo. Non si può criminalizzare chi utilizza la canapa per il proprio benessere. È ancora più infame quando si va a criminalizzare un malato che magari ha già altri 100 mila pensieri causati dalla propria patologia e non può vedersi piombare la mattina all’alba 5 carabinieri in casa.

Facile poi, in un secondo tempo, come fece Giovanardi: alzare il telefono e chiamarmi per esprimere solidarietà. Dal giorno della perquisizione vedo molto meno lo splendido sorriso di mia moglie che mi ha fatto innamorare e questo perché le forze dell’ordine sono entrate prepotentemente nella nostra vita. Sono stati gentilissimi è pur vero, ma dovevano fare il loro lavoro e cercavano ovunque piante di canapa (addirittura nelle federe del cuscino di mio figlio neonato). Ho ancora in testa la voce del bambino (8 mesi all’epoca) che chiamava “papà” quando i carabinieri mi portarono in caserma per verbalizzare il tutto e così da quel giorno ho ribadito più volte il mio “mai più”.

Cannabis terapeutica rimborsata dalla Regione Puglia

Nel 2017, dopo anni di battaglie, ho avuto diritto a 10 g  di cannabis al giorno, 300 g mensili gratuitamente. La mia terapia comprende 4 grammi giornalieri di Bedrocan, 3 g di Bediol e 3 g di Bedrolite.

Con questa cannabis terapeutica faccio anche estrazioni fluide con CO2 supercritica che mi danno un risultato pulito e sano da consumare perfetto per uso terapeutico, di solito con 5 g di cannabis ottengo 1 g di principio attivo.

Da difensore dei diritti civili e seguace della nonviolenza, cito il Mahatma Gandhi: « La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo Stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile Stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo.»

Per questo motivo sono anni che lottiamo e dal 2015 ad oggi questo impegno ha dato dei risultati: stiamo dialogando con le istituzioni, con le quali abbiamo costruito e intrecciato rapporti indispensabili per portare avanti il nostro progetto depositato al momento della nascita dell’Associazione La PianTiamo e cioè produrre cannabis per i pazienti del nostro paese. Purtroppo per adesso il nostro progetto originario ci è stato “scippato” per essere consegnato ai militari di Firenze attraverso il decreto del Ministro della Salute Lorenzin della quale non posso che avere una pessima opinione. Il messaggio che comunque voglio dare è di speranza perché la gente vuole risposte e prima poi le otterremo.

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2 commenti

  • Monia

    19/01/2016 22:18

    Buona sera dottore sona la mamma di un bambino di 12 anni e anche mio figlio cone lei fa uso di immonusoppressori , cortisone e antibiotico in quanto affetto da Morbo di chron ma nonostante ciò continua a camminare questa malattia maledetta.la prego so che lei è molto bravo con i bambini mi dica cosa fare

  • ANDREA TRISCIUOGLIO, LAPIANTIAMO – MEDICAL CANNABIS MILITANT | Underground Cannabis

    05/03/2015 14:26

    […] ci parli assieme ti accorgi che Andrea Trisciuoglio prova rabbia e indignazione. Ma discutendo del dramma chiamato ‘cannabis terapeutica […]